Una tradizione molfettese in questo giorno era quella di recarsi presso le postazioni dei Vigili Urbani, collocate al centro degli incroci nei punti importanti della città, per portare loro dei doni quale ringraziamento per il servizio svolto quotidianamente.
17 Gennaio S. Antonio Abate
Anticamente davanti alla chiesa in P.zza Cappuccini era più che una consuetudine far radunare gli animali domestici per la rituale benedizione, in effetti era una vera e propria cerimonia.
"Se piove per S. Bibiana, piove per 40 giorni e una settimana"
S.Bibiana 2 dicembre
Dicembre senza dubbio ci riconduce a tutto ciò che concerne il Natale, mese ricco di tradizioni.
A Molfetta come in tutto il mondo cattolico si celebra la nascita di Cristo, ma fin dall'inizio di Dicembre si possono vivere tradizioni come quella del 6 dicembre, S.Nicola che da secoli ormai omaggia i bambini buoni con dolciumi e regali oppure alla Santa Allegrezza.
6 dicembre San Nicola di Bari
La festa più bella che ogni bambino (e non solo) aspetta. La tradizione popolare vuole che in questa notte, tra il 5 e il 6 dicembre, arrivi San Nicola a portare ai bimbi buoni il piatto ricco di dolciumi e i giocattoli che tanto hanno desiderato. La tradizione vuole anche che per i bimbi meno bravi San Nicola porti cenere e carbone, ma il Santo tanto amato non è stato mai così cattivo....
il proverbio che ricorda la ricorrenza recita: Sènd'à Necoèle porte bòen'e nòev e bòen'e sorte ( San Nicola porta buona nuova e buona sorte)
La poesia che mi piace ricordare è:
" Sènda Necòele vè pe mère vè vestut'a mèrènere vè cu libre e cu bastòne vè cu sacche e ne uegnòne. E' nu vecchie Menzignòere vè de notte a nisciun'or: mètte dulce e chembitte, mètte fiche e cecchelate, ind'o scarpe preparate"
La poesia scritta dal Prof. Vincenzo Valente dice nella scarpa, in quanto in tempi antichi i bimbi ponevano una scarpa vicino al camino, per poi trovarla piena di dolci al mattino.
Il Santo, Vescovo di Mira e patrono della RUSSIA, è amato da sempre da tutti i molfettesi.
8 dicembre
L'Immacolata Concezione
La ricorrenza è preceduta dalla novena nella Chiesa di San Bernardino, dove è venerata la statua della Madonna. Il Simulacro viene portato in Processione per le vie cittadine ogni anno.
Video in ricordo dell' 8 dicembre a Molfetta.
Un proverbio molfettese recita così:
"Alla Mècolate trènd'a carrine òene ammètrate"
( per l'Immacolata, trenta carlini sono maturati) a ricordo del pagamento della pigione della casa.
mi piace ricordare la Confraternita dell'Immacolata nella Settimana Santa, quando nel Sabato Santo porta a spalla l'Immagine della "Maddalena".
10 dicembre Beata Vergine di Loreto
La Beata Vergine di Loreto è venerata a Molfetta nella Chiesa di Santa Teresa, la statua è in cartapesta e l'autore risulta essere Salvatore Bruno, di Bari.
Preghiera a Maria, Vergine Lauretana
Preghiera a Maria, Vergine Lauretana O Maria Vergine Lauretana, il mondo ha nostalgia di te! La tua piccola "casa" è memoria eloquente di valori perduti ma ancora sognati: le povere pietre silenziosamente parlano e gridano che è Dio la vera ricchezza; la semplicità insegna e dolcemente ricorda che l'umiltà è la terra della vera grandezza.
O Maria, Vergine Lauretana: il silenzio della tua "casa" custodisce un sì che ci appartiene e al quale noi tutti apparteniamo: è il sì che ha interrotto la catena dei nostri "no"; è il sì che è diventato Corpo del Figlio di Dio, Salvatore del mondo ieri, oggi e sempre.
O Maria, Vergine Lauretana: mentre passano i secoli ed i millenni, noi ci appoggiamo al tuo Cuore di Madre per intonare nel nostro povero cuore la melodia del tuo sì, che ci riempie di Eterno e ci rende pellegrini felici verso la "Santa Casa" dei figli di Dio. Amen.
nella settimana Santa la Confraternita della Beata Vergine di Loreto partecipa nella Processione del Sabato Santo portando a spalla l'immagine di "Maria Salomè"
13 dicembre
Santa Lucia
La tradizione vuole che si preparino dei tarallucci cosparsi di zucchero a velo, detti
"gli occhi di Santa Lucia"
da oggi e per dieci giorni viene eseguito per le strade di Molfetta il canto natalizio della Santa Allegrezza:
La Santa Allegrezza
Cantar io voglio la Santa Allegrezza di Dio bellezza a maggior dignità
s'è incarnato in la Vergine Pia lasciando a Maria la Verginità.
Con amor tanto quando lo volle lo Spirito Santo
Quando gravida fosti o Regina il cielo divino facesti stupir
quando l'intese Giuseppe devoto cercava un loco per partorir.
Con umil gergo, e con Maria cercava l'albergo
Che certa gente l'avesse condotta in luogo illustre fu fallimento
Non vi furon palazzi ne sale ma in misera stalla fuor di Betlem.
la fè l'entrata la famiglia così addolorata.
San Giuseppe Patriarca sovrano stese la mano per coglier del fien,
ed ei non visto, con mano pia fè il letto a Maria seren,
dove depose la bellezza di tutte le rose.
Quando Maria in presepio stava fra due animali la si trovava
e l'asinello che era perfetto s'inchinava a quel bel pargoletto
e quel gran bove col suo fiato gli dava calore.
Al suonar della mazzenotte....... s'apriron le porte dell'alto del ciel
e col favor dello Spirito Santo con suoni e canti partorì sul fien
nacque il bambino il Re del cielo Sovrano e Divino.
Allor discesa dal cielo in terra la musica bella si fe sentire
con organi e gran sinfonia la profezia si sentiva dir
Gloria ed onore è nato il Messia il Dio Redentore.
Chi non ha visto la luna e le stelle si lucide e belle che il ciel lumino?
E i pastori che in campagna stavan accorti dal parto ognun s'allegro
dicevan tutti Cristo è nato per nostra salute.
Un pastorino con un agnellino lo porge al Bambino con gran devozione
e i compagni che furono arrivati dicevan beati quest'orazione:
Con forme tali Stanotte è nato fra due animali.
Una stella dal ciel più lucente Tre magi d'Oriente si manda a chiamar,
Subitamente montarono in sella, e presso una stella san ben camminar,
Son tre corone Che al Bambino portavano doni.
Arrivati di Erode al palazzo, con tutto quollazzo si voller posar
ma per la stella che allor disparve da quelle parti non voller passar,
perchè Erode era un Re falso un Re traditore.
Si partrono i tre potenti pensoso e in silenzio ognun camminò,
E con un corso reale perfetto, giunti a Betlemme ognun si fermò
con voglie buone cavalcarono le tre corone.
Arrivati Gaspar, Baldassarre, Melchior fer l'etrata ognun si prostrò
Chi d'incenso, di mirra, chi d'oro al bambino lasciarono un dono.
Per salvazione Dio lor dette la benedizione.
Abbiamo inteso da molte persone che al vecchio Simeone l'andò ad offrir
subitamente in braccio sel vide predisse a Maria che avea da partir Tormento atroce e
dalla fine morire in croce.
Volle Iddio venire al mondo con feste, giocando
e con allegriama alla fine fu trafitto in croce avanti a Maria con pena atroce.
Per redenzione dell'umana generazione.
Ue la Patròene ue la Patròene iess'u chènistre de re còese bòene..
Ue la Patròene ue la Patròene iess'u chènistre de re cèese bòene....
La Santa Allegrezza è sempre suggestiva nella sua meravigliosa semplicità in effetti tocca i cuori dei molfettesi quando viene ascoltata.
altro canto natalizio molfettese che felicemente ricordo è :
Nònne Nònne
Nònne nònne nònne à partorite la Medonne
à fatt nu belle Bambine bièngh e russe e riccioline,
"Care o'mè, demme re pene"
"Care figghie, ne ne stè, e va viteind'alla sportèdde
n'ava sta nù stuzzarèdde"
La Medonne scì a vedè, Gesù Criste s'angenecchiò;
e mò passe la dottrina e 'nge'mbarimme l'Ave Marìe,
ca ci nùie nen la 'mbarrimme
a Paravise nen ge scimme
o Paravise re cose belle, ci r'accatte e ci re venne
E r'accatte la palemmèdde è vit'è vite cè porte 'mmène.
E porte u garòfele, e n'giù porte a Gesù Criste.
Gesù Criste u aderò tutt'u munne se salvò;
se salvò grenne grenne,
Criste è mùerte a trèndatrè ènne.
trèndatrè ènne 'n su la croesce
Criste è muerte, Criste in croesce
a mblì mblò, mo passe Sènde Necòele
Lusce appecciate e chènnèle stetate.
U liette è chine de spine addò repos Gesù Bambine,
u liette è chine de ròses addò repos' la Medonne.
15 Dicembre Novena del Santo Natale
In tutte le chiese molfettesi inizia la Novena che ci porterà al Santo Natale. Tradizionalmente si preparano i presepi anche nelle Chiese.
"il presepe (o presepio) è una rappresentazione della nascita di Gesù derivata da tradizioni medievali.
Le prime fonti del presepe sono i 180 versetti dei Vangeli di Matteo e Lucaw, cosiddetti dell'infanzia, che riportano la nascita di Gesù avvenuta al tempo di re Erode, a Betlemme di Giudea, piccola borgata ma sin da allora nobile, perché aveva dato i natali a ReDavide.
Il presepe moderno indica una ricostruzione tradizionale della natività di Gesù Cristo durante il periodo Natalizio: si riproducono quindi tutti i personaggi e i posti della tradizione, dalla grotta alle stelle, dai Re Magi ai pastori e così via."
La Tradizione racconta che da oggi le famiglie e gli amici si riuniscono per giocare a Tombola o al mercante in fiera o a tutti quei giochi che rallegrano le serate natalizie.
LA VIGILIA DEL SANTO NATALE
La tradizione vuole che si passi la Vigilia in famiglia, o comunque con chi si reputi tale (tal volta si chiama fratello chi non ha nessun rapporto di parentela, ma lo si vuole ugualmente bene come se lo fosse realmente), in questa sera mistica di attesa per celebrare la nascita di Gesù, a tavola il molfettese non può non mangiare Cime di rape, capitone e baccalà, frittelle e frutti di mare.
Nell'attesa della mezzanotte le famiglie si intrattengono solitamente giocando a tombola e allo scoccare dell'ora fatidica al più piccolo viene affidato il compito di porre Gesù bambino nella mangiatoia. La vigilia si conclude con la S. Messa.
25 dicembre NATALE
Il giorno di Natale è festa e la donna di casa prepara un pranzo con i fiocchi.
La tradizione vuole che si mangino orecchiette al raghù di maiale, braciole e altre carni pregiate, immancabilmente sono presenti sulle tavole i dolci e i liquori fatti in casa, come ad esempio tra i dolci ricordo i mostaccioli, le cartellate, l calzengicchie ( di San Leonardo ), mentre tra i liquori il nocino, il limoncello e il bergamotto.
26 dicembre
Santo Stefano
Nella Chiesetta posta nel borgo dove ha sede la Confraternita di Santo Stefano si commemora il Protomartire.
Ricordo che la Confraternita di Santo Stefano nella Settimana Santa organizza la Processione del venerdì Santo portando a spalla il Cristo Morto.
31 dicembre San Silvestro
Si sente pronunciare per le strade, tra gli amici, "Buona fine e buon inizio"
e dopo un Cenone come tradizione vuole si saluta il nuovo anno con spari e spumante...... e che sia davvero un anno stupendo per tutti....
Un augurio di cuore per un felice Natale e un sereno 2023 da parte mia a chi segue questo piccolo blog sulle passioni e le tradizioni molfettesi.
Sinceri Auguri
Antonio Secolo.
* immagini sia a cura di Antonio Secolo sia derivate da ricerca web.
In tempi antichi per le vie cittadine, nella tarda ora pomeridiana, era solito incontrare un confratello dal sacco nero accompagnato da un ragazzino che scuoteva un campanello, in effetti raccoglieva le offerte per l'anima dei morti.
2 novembre
Commemorazione dei defunti
In questo giorno mesto, sin dalle prime ore del mattino il cimitero si popola di gente, che per l'occasione adorna la tomba del caro estinto con fiori freschi e lumini. Era solito in questa data organizzare un concerto di marce funebri molfettesi nei pressi del Purgatorio o a piazza Mazzini.
mi piace ricordare:
'A Livella
Ogn'anno, il due novembre, c'é l'usanza Per i defunti andare al Cimitero Ognuno ll'adda fà chesta crianza Ognuno adda tené chistu penziero Ogn'anno, puntualmente, in questo giorno Di questa triste e mesta ricorrenza Anch'io ci vado, e con dei fiori adorno Il loculo marmoreo 'e zi' Vicenza
St'anno m'é capitato 'navventura Dopo di aver compiuto il triste omaggio Madonna, si ce penzo, e che paura! Ma po' facette un'anema e curaggio
'O fatto è chisto, statemi a sentire S'avvicinava ll'ora d'à chiusura Io, tomo tomo, stavo per uscire Buttando un occhio a qualche sepoltura
"Qui dorme in pace il nobile marchese Signore di Rovigo e di Belluno Ardimentoso eroe di mille imprese Morto l'11 maggio del'31"
'O stemma cu 'a curona 'ncoppa a tutto Sotto 'na croce fatta 'e lampadine Tre mazze 'e rose cu 'na lista 'e lutto Cannele, cannelotte e sei lumine
Proprio azzeccata 'a tomba 'e stu signore Nce stava 'n 'ata tomba piccerella Abbandunata, senza manco un fiore Pe' segno, sulamente 'na crucella
E ncoppa 'a croce appena se liggeva: "Esposito Gennaro - netturbino" Guardannola, che ppena me faceva Stu muorto senza manco nu lumino
Questa è la vita! 'ncapo a me penzavo Chi ha avuto tanto e chi nun ave niente Stu povero maronna s'aspettava Ca pur all'atu munno era pezzente?
Mentre fantasticavo stu penziero S'era ggià fatta quase mezanotte E i'rimanette 'nchiuso priggiuniero Muorto 'e paura... nnanze 'e cannelotte
Tutto a 'nu tratto, che veco 'a luntano? Ddoje ombre avvicenarse 'a parte mia Penzaje: stu fatto a me mme pare strano Stongo scetato... dormo, o è fantasia?
Ate che fantasia; era 'o Marchese C'o' tubbo, 'a caramella e c'o' pastrano Chill'ato apriesso a isso un brutto arnese Tutto fetente e cu 'nascopa mmano
E chillo certamente è don Gennaro 'Omuorto puveriello' o scupatore 'Int 'a stu fatto i' nun ce veco chiaro So' muorte e se ritirano a chest'ora?
Putevano sta' 'a me quase 'nu palmo Quanno 'o Marchese se fermaje 'e botto S'avota e tomo, tomo, calmo, calmo Dicette a don Gennaro: "Giovanotto!"
Da Voi vorrei saper, vile carogna Con quale ardire e come avete osato Di farvi seppellir, per mia vergogna Accanto a me che sono blasonato!
La casta è casta e va, si, rispettata, Ma Voi perdeste il senso e la misura La Vostra salma andava, si, inumata Ma seppellita nella spazzatura
Ancora oltre sopportar non posso La Vostra vicinanza puzzolente Fa d'uopo, quindi, che cerchiate un fosso Tra i vostri pari, tra la vostra gente
"Signor Marchese, nun è colpa mia I'nun v'avesse fatto chistu tuorto Mia moglie è stata a ffa' sta fesseria I' che putevo fa' si ero muorto?
Si fosse vivo ve farrei cuntento Pigliasse 'a casciulella cu 'e qquatt'osse E proprio mo, obbj'...'nd'a stu mumento Mme ne trasesse dinto a n'ata fossa"
"E cosa aspetti, oh turpe malcreato Che l'ira mia raggiunga l'eccedenza? Se io non fossi stato un titolato Avrei già dato piglio alla violenza!"
"Famme vedé.-piglia sta violenza 'A verità, Marché, mme so' scucciato 'E te senti; e si perdo 'a pacienza Mme scordo ca so' muorto e so mazzate!
Ma chi te cride d'essere, nu ddio? Ccà dinto, 'o vvuo capi, ca simmo eguale? Muorto si'tu e muorto so' pur'io; Ognuno comme a 'na'ato é tale e quale"
"Lurido porco! Come ti permetti Paragonarti a me ch'ebbi natali Illustri, nobilissimi e perfetti Da fare invidia a Principi Reali?"
"Tu qua' Natale, Pasca e Ppifania T"o vvuo' mettere 'ncapo' int'a cervella Ch
e staje malato ancora è fantasia? 'A morte 'o ssaje ched"e? è una livella.
'Nu rre, 'nu maggistrato, 'nu grand'ommo Trasenno stu canciello ha fatt'o punto C'ha perzo tutto, 'a vita e pure 'o nomme Tu nu t'hè fatto ancora chistu cunto?
Perciò, stamme a ssenti, nun fa"o restivo Suppuorteme vicino-che te 'mporta? Sti ppagliacciate 'e ffanno sulo 'e vive Nuje simmo serie, appartenimmo à morte!"
Antonio De Curtis
" l'ultima strofa la ripeto da una vita ". . . . .
A cura dell’Arciconfraternita della Morte:
OTTAVARIO DEI DEFUNTI E INCONTRO DI PREGHIERA
Da Martedì 2 a Martedì 9 Novembre presso la Chiesa del Purgatorio sarà celebrato l'Ottavario dei defunti con il seguente programma:
Ore 18.30 Rosario
Ore 19 S.Messa
Inoltre domenica 6 Novembre alle ore 9.45 è in programma un incontro di preghiera presso il Cimitero della nostra città: nell’occasione, alla presenza del padre spirituale don Francesco depalo sarà celebrata la Santa Messa.
SEGUIRA' IL TRADIZIONALE CONCERTO DI MARCE FUNEBRI.
6 novembre
San Leonardo
sapori del Natale che sta arrivando..
Per la ricorrenza si preparano "le calzauene de Sende Lènèrde" ( i calzoni di San Leonardo), fatti con pasta frolla e un ripieno di fichi, cioccolato, mandorle corteccia di mandarino tritati finemente.
Il nome di questi dolci prende origine dall'usanza di prepararli in occasione della ricorrenza della festa di San Leonardo (6 novembre), nel tempo è diventato uso comune consumarli durante le festività natalizie.
11 novembre
San Martino di Tours
San Martino da Tours, Santo famoso per aver diviso il suo mantello con un povero mendicante.
"La leggenda narra che, una sera d’inverno, il santo incontrò lungo il suo cammino un mendicante seminudo. Senza pensarci due volte tagliò in due il suo mantello militare e ne diede una metà al poveretto. In quello stesso momento il sole cominciò a splendere come se fosse estate (estate di San Martino).Quella stessa notte, San Martino sognò Gesù Cristo, che avvolto nel suo mantello gli sorrideva riconoscente.E sentì che diceva ai suoi angeli :“Ecco qui Martino, il soldato romano che non è battezzato, egli mi ha vestito”.Al risveglio Martino si accorse che il suo mantello era tornato integro."
La tradizione vuole che sulla tavola siano presenti le rape e si preparino le frittelle, piatto tipico natalizio, infatti a San Martino si respira un pò di aria natalizia. La tradizione rammenta che le frittelle siano ripiene di tonno e capperi, oppure di cipolla o anche di ricotta e mortadella.
Il proverbio recita:
"A Sende Mèertine, ogn'è must è vine" (a San Martino, ogni mosto è vino).
* immagini frutto di ricerca web. (eccetto la tradizione gastronomica e quella di Passione Molfettese)
Settembre mese caro ai Molfettesi, spinti dalla forte devozione verso Maria SS dei Martiri.
La sagra a Mare del Simulacro tanto caro si svolge giorno 8, ma la festa patronale storicamente ha come giorni di festa i tradizionali 7, 8 e 9 settembre. Appuntamento presso la Basilica della Madonna dei Martiri, giorno 8 settembre alle ore 15:00.
15 settembre
B.V. Addolorata
Presso il Purgatorio si celebra il settenario settembrino in onore della B.V. Addoolorata.
La tradizione principale del mese: Maria SS Assunta in cielo
Dalla pagina social della Confraternita di Maria SS Assunta in Cielo:
singolare la tradizione a Molfetta è il rito che si perde nella notte dei tempi e che si tramanda di generazione in generazione, si svolge alla vigilia del 15 agosto, vengono esposti dalle finestre e dai balconi lumini e piccole lampade votive per glorificare l’ascesa al cielo di Maria Vergine.
La congrega viene anche ricordata per la partecipazione alle Processioni della settimana Santa
Il sabato Santo portando a spalla l’immagine di San Pietro
Il venerdì Santo portando a spalla l’immagine del Cristo nell’Orto.
La festività in tempi lontani aveva grande rilevanza tanto che i festeggiamenti venivano celebrati con banda, Insigne luminose e fuochi pirotecnici. Nei tempi contemporanei la statua ( autore G. Verzella) viene portata in Processione saltuariamente.
La Confraternita della Madonna del Carmelo viene anche ricordata per la partecipazione alla Processione del Sabato Santo quando in quel contesto porta a spalla la statua della Veronica.
A Luglio si festeggia la Patrona dell’Arciconfraternita della “Morte” dal sacco nero.

26 luglio S. Anna

Nella Chiesa della SS Trinità si custodisce la statua lignea di autore ignoto.
annualmente si svolge la Processione per le vie cittadine.