mercoledì 30 novembre 2022

dicembre molfettese

 






il proverbio del mese recita:
"Se piove per S. Bibiana, piove per 40 giorni e una settimana"
S.Bibiana 2 dicembre


Dicembre senza dubbio ci riconduce a tutto ciò che concerne il Natale, mese ricco di tradizioni.
A Molfetta come in tutto il mondo cattolico si celebra la nascita di Cristo, ma fin dall'inizio di Dicembre si possono vivere tradizioni  come quella del 6 dicembre,  S.Nicola che da secoli ormai omaggia i bambini buoni con dolciumi e regali oppure alla Santa Allegrezza.

6 dicembre San Nicola di Bari



La festa più bella che ogni bambino (e non solo) aspetta.
La tradizione popolare vuole che in questa notte, tra il 5 e il 6 dicembre, arrivi San Nicola a portare ai bimbi buoni il piatto ricco di dolciumi e i giocattoli che tanto hanno desiderato. La tradizione vuole anche che per i bimbi meno bravi San Nicola porti cenere e carbone, ma il Santo tanto amato non è stato mai così cattivo....

il proverbio che ricorda la ricorrenza recita:
Sènd'à Necoèle porte bòen'e nòev e bòen'e sorte
( San Nicola porta buona nuova e buona sorte)

La poesia che mi piace ricordare è:

" Sènda Necòele vè pe mère
  vè vestut'a mèrènere
  vè cu libre e cu bastòne
  vè cu sacche e ne uegnòne.
  E' nu vecchie Menzignòere
  vè de notte a nisciun'or:
 mètte dulce e chembitte,
 mètte fiche e cecchelate,
 ind'o scarpe preparate"

La poesia scritta dal Prof. Vincenzo Valente dice nella scarpa, in quanto in tempi antichi
i bimbi ponevano una scarpa vicino al camino, per poi trovarla piena di dolci al mattino.





Il Santo, Vescovo di Mira e patrono della RUSSIA, è amato da sempre da tutti i molfettesi.


8 dicembre 
L'Immacolata Concezione

La ricorrenza è preceduta dalla novena nella Chiesa di San Bernardino, dove è venerata la statua della Madonna.
Il Simulacro viene portato in Processione per le vie cittadine ogni anno. 





 Video in ricordo dell' 8 dicembre a Molfetta. 

Un proverbio molfettese recita così:
"Alla Mècolate trènd'a carrine òene ammètrate"
( per l'Immacolata, trenta carlini sono maturati) a ricordo del pagamento della pigione della casa.

mi piace ricordare la Confraternita dell'Immacolata nella Settimana Santa, quando nel Sabato Santo porta a spalla l'Immagine della "Maddalena".



10 dicembre
Beata Vergine di Loreto

La Beata Vergine di Loreto è venerata a Molfetta nella Chiesa di Santa Teresa, la statua è in cartapesta e l'autore risulta essere Salvatore Bruno, di Bari.



Preghiera a Maria, Vergine Lauretana

Preghiera a Maria, Vergine Lauretana
O Maria Vergine Lauretana,
il mondo ha nostalgia di te!
La tua piccola "casa" è memoria eloquente
di valori perduti ma ancora sognati:
le povere pietre silenziosamente parlano
e gridano che è Dio la vera ricchezza;
la semplicità insegna e dolcemente ricorda
che l'umiltà è la terra della vera grandezza.

O Maria, Vergine Lauretana:
il silenzio della tua "casa"
custodisce un sì che ci appartiene
e al quale noi tutti apparteniamo:
è il sì che ha interrotto
la catena dei nostri "no";
è il sì che è diventato Corpo del Figlio di Dio,
Salvatore del mondo ieri, oggi e sempre.

O Maria, Vergine Lauretana:
mentre passano i secoli ed i millenni,
noi ci appoggiamo al tuo Cuore di Madre
per intonare nel nostro povero cuore
la melodia del tuo sì,
che ci riempie di Eterno
e ci rende pellegrini felici
verso la "Santa Casa" dei figli di Dio.
Amen.
nella settimana Santa la Confraternita della Beata Vergine di Loreto partecipa nella Processione del Sabato Santo portando a spalla l'immagine di "Maria Salomè"



13 dicembre
Santa Lucia



La tradizione vuole che si preparino dei tarallucci  cosparsi di zucchero a velo, detti 
"gli occhi di Santa Lucia"

da oggi e per dieci giorni  viene eseguito per le strade di Molfetta il canto natalizio della Santa Allegrezza:  

La Santa Allegrezza

Cantar io voglio la Santa Allegrezza di Dio bellezza a maggior
dignità

s'è incarnato in la Vergine Pia lasciando a Maria la
Verginità.

Con amor tanto quando lo volle lo Spirito Santo

Quando gravida fosti o Regina il cielo divino facesti stupir

quando l'intese Giuseppe devoto cercava un loco per partorir.

Con umil gergo, e con Maria cercava l'albergo

Che certa gente l'avesse condotta in luogo illustre fu
fallimento

Non vi furon palazzi ne sale ma in misera stalla fuor di
Betlem.

la fè l'entrata la famiglia così addolorata.

San Giuseppe Patriarca sovrano stese la mano per coglier del
fien,

ed ei non visto, con mano pia fè il letto a Maria
seren,

dove depose la bellezza di tutte le rose.

Quando Maria in presepio stava fra due animali la si trovava

e l'asinello che era perfetto s'inchinava a quel bel
pargoletto

e quel gran bove col suo fiato gli dava calore.

Al suonar della mazzenotte....... s'apriron le porte dell'alto del
ciel

e col favor dello Spirito Santo con suoni e canti partorì sul
fien

nacque il bambino il Re del cielo Sovrano e Divino.

Allor discesa dal cielo in terra la musica bella si fe sentire

con organi e gran sinfonia la profezia si sentiva dir

Gloria ed onore è nato il Messia il Dio Redentore.

Chi non ha visto la luna e le stelle si lucide e belle che il ciel
lumino?

E i pastori che in campagna stavan  accorti dal parto ognun
s'allegro

dicevan tutti Cristo è nato per nostra salute.

Un pastorino con un agnellino lo porge al Bambino con gran
devozione

e i compagni che furono arrivati dicevan beati quest'orazione:

Con forme tali Stanotte è nato fra due animali.

Una stella dal ciel più lucente Tre magi d'Oriente si manda a
chiamar,

Subitamente montarono in sella, e presso una stella san ben
camminar,

Son tre corone Che al Bambino portavano doni.

Arrivati di Erode al palazzo, con tutto quollazzo si voller
posar

ma per la stella che allor disparve da quelle parti non voller
passar,

perchè Erode era un Re falso un Re traditore.

Si partrono i tre potenti pensoso e in silenzio ognun camminò,

E con un corso reale perfetto, giunti a Betlemme ognun si
fermò

con voglie buone cavalcarono le tre corone.

Arrivati Gaspar, Baldassarre, Melchior fer l'etrata ognun si
prostrò

Chi d'incenso, di mirra, chi d'oro al bambino lasciarono un
dono.

Per salvazione Dio lor dette la benedizione.

Abbiamo inteso da molte persone che al vecchio Simeone l'andò ad
offrir

subitamente in braccio sel vide predisse a Maria che avea da
partir Tormento atroce e

dalla fine morire in croce.

Volle Iddio venire al mondo con feste, giocando

e con allegriama alla fine fu trafitto in croce avanti a Maria con
pena atroce.

Per redenzione dell'umana generazione.

Ue la Patròene ue
la Patròene iess'u chènistre de re còese bòene..

Ue la Patròene ue la Patròene iess'u chènistre de re cèese
bòene....



La Santa Allegrezza è sempre suggestiva nella sua meravigliosa semplicità
in effetti tocca i cuori dei molfettesi quando viene ascoltata.



altro canto natalizio molfettese che felicemente ricordo è :

Nònne Nònne




Nònne nònne nònne à partorite la Medonne

à fatt nu belle Bambine bièngh e russe e riccioline,

"Care o'mè, demme re pene"

"Care figghie, ne ne stè, e va viteind'alla sportèdde

n'ava sta nù stuzzarèdde"

La Medonne scì a vedè, Gesù Criste s'angenecchiò;

e mò passe la dottrina e 'nge'mbarimme l'Ave Marìe,

ca ci nùie nen la 'mbarrimme

a Paravise nen ge scimme

o Paravise re cose belle, ci r'accatte e ci re venne

E r'accatte la palemmèdde è vit'è vite cè porte 'mmène.

E porte u garòfele, e n'giù porte a Gesù Criste.

Gesù Criste u aderò tutt'u munne se salvò;

se salvò grenne grenne,

Criste è mùerte a trèndatrè ènne.

trèndatrè ènne 'n su la croesce

Criste è muerte, Criste in croesce

a mblì mblò, mo passe Sènde Necòele

Lusce appecciate e chènnèle stetate.

U liette è chine de spine addò repos Gesù Bambine,

u liette è chine de ròses addò repos' la Medonne.





15 Dicembre
Novena del Santo Natale

In tutte le chiese molfettesi inizia la Novena che ci porterà al Santo Natale.
Tradizionalmente si preparano i presepi anche nelle Chiese.




"il presepe (o presepio) è una rappresentazione della nascita di Gesù derivata da tradizioni medievali.

Le prime fonti del presepe sono i 180 versetti dei Vangeli di Matteo  e Lucaw, cosiddetti dell'infanzia, che riportano la nascita di Gesù avvenuta al tempo di re Erode, a Betlemme di Giudea, piccola borgata ma sin da allora nobile, perché aveva dato i natali a ReDavide.
Il presepe moderno indica una ricostruzione tradizionale della natività di Gesù Cristo durante il periodo Natalizio: si riproducono quindi tutti i personaggi e i posti della tradizione, dalla grotta alle stelle, dai Re Magi ai pastori e così via."


La Tradizione racconta che da oggi le famiglie e gli amici  si riuniscono per giocare a Tombola o al mercante in fiera o a tutti quei giochi che rallegrano le serate natalizie.

LA VIGILIA DEL SANTO NATALE

La tradizione vuole che si passi la Vigilia in famiglia, o comunque con chi si reputi tale (tal volta si chiama fratello chi non ha nessun rapporto di parentela, ma lo si vuole ugualmente bene come se lo fosse realmente), in questa sera mistica di attesa per celebrare la nascita di Gesù, a  tavola il molfettese non può non mangiare Cime di rape, capitone e baccalà, frittelle e frutti di mare.
Nell'attesa della mezzanotte le famiglie si intrattengono solitamente giocando a tombola e allo scoccare dell'ora fatidica al più piccolo viene affidato il compito di porre Gesù bambino nella mangiatoia. La vigilia si conclude con la S. Messa.


25 dicembre
NATALE




Il giorno di Natale è festa e la donna di casa prepara un pranzo con i fiocchi.
La tradizione vuole che si mangino orecchiette al raghù di maiale, braciole e altre carni pregiate, immancabilmente sono presenti sulle tavole i dolci e i liquori fatti in casa, come ad esempio tra i dolci ricordo i mostaccioli, le cartellate, l calzengicchie ( di San Leonardo ), mentre tra i liquori il nocino, il limoncello e il bergamotto.


26 dicembre
Santo Stefano


Nella Chiesetta posta nel borgo dove ha sede la Confraternita di Santo Stefano si commemora il Protomartire.

Ricordo che la Confraternita di Santo Stefano nella Settimana Santa organizza la Processione del venerdì Santo portando a spalla il Cristo Morto.





31 dicembre
San Silvestro


Si sente pronunciare per le strade, tra gli amici, "Buona fine e buon inizio"



e dopo un Cenone come tradizione vuole si saluta il nuovo anno con spari e spumante...... e che sia davvero un anno stupendo per tutti....

Un augurio di cuore per un felice Natale e un sereno 2023 da parte mia a chi segue questo piccolo blog sulle passioni e le tradizioni molfettesi. 

Sinceri Auguri

 Antonio Secolo.






* immagini sia a cura di Antonio Secolo sia derivate da ricerca web.

martedì 1 novembre 2022

Novembre molfettese

   il proverbio del mese recita:


"per i Santi, manicotto e guanti"


1 novenbre
OGNISSANTI

In tempi antichi per le vie cittadine, nella tarda ora pomeridiana, era solito incontrare un confratello dal sacco nero accompagnato da un ragazzino che scuoteva un campanello, in effetti raccoglieva le offerte per l'anima dei morti.

2 novembre
Commemorazione dei defunti


In questo giorno mesto, sin dalle prime ore del mattino il cimitero si popola di gente, che per l'occasione adorna la tomba del caro estinto con fiori freschi e lumini. Era solito in questa data organizzare un concerto di marce funebri molfettesi nei pressi del Purgatorio o a piazza  Mazzini.


mi piace ricordare:

'A Livella

Ogn'anno, il due novembre, c'é l'usanza
Per i defunti andare al Cimitero
Ognuno ll'adda fà chesta crianza
Ognuno adda tené chistu penziero
Ogn'anno, puntualmente, in questo giorno
Di questa triste e mesta ricorrenza
Anch'io ci vado, e con dei fiori adorno
Il loculo marmoreo 'e zi' Vicenza
St'anno m'é capitato 'navventura
Dopo di aver compiuto il triste omaggio
Madonna, si ce penzo, e che paura!
Ma po' facette un'anema e curaggio
'O fatto è chisto, statemi a sentire
S'avvicinava ll'ora d'à chiusura
Io, tomo tomo, stavo per uscire
Buttando un occhio a qualche sepoltura
"Qui dorme in pace il nobile marchese
Signore di Rovigo e di Belluno
Ardimentoso eroe di mille imprese
Morto l'11 maggio del'31"
'O stemma cu 'a curona 'ncoppa a tutto
Sotto 'na croce fatta 'e lampadine
Tre mazze 'e rose cu 'na lista 'e lutto
Cannele, cannelotte e sei lumine
Proprio azzeccata 'a tomba 'e stu signore
Nce stava 'n 'ata tomba piccerella
Abbandunata, senza manco un fiore
Pe' segno, sulamente 'na crucella
E ncoppa 'a croce appena se liggeva:
"Esposito Gennaro - netturbino"
Guardannola, che ppena me faceva
Stu muorto senza manco nu lumino
Questa è la vita! 'ncapo a me penzavo
Chi ha avuto tanto e chi nun ave niente
Stu povero maronna s'aspettava
Ca pur all'atu munno era pezzente?
Mentre fantasticavo stu penziero
S'era ggià fatta quase mezanotte
E i'rimanette 'nchiuso priggiuniero
Muorto 'e paura... nnanze 'e cannelotte
Tutto a 'nu tratto, che veco 'a luntano?
Ddoje ombre avvicenarse 'a parte mia
Penzaje: stu fatto a me mme pare strano
Stongo scetato... dormo, o è fantasia?
Ate che fantasia; era 'o Marchese
C'o' tubbo, 'a caramella e c'o' pastrano
Chill'ato apriesso a isso un brutto arnese
Tutto fetente e cu 'nascopa mmano
E chillo certamente è don Gennaro
'Omuorto puveriello' o scupatore
'Int 'a stu fatto i' nun ce veco chiaro
So' muorte e se ritirano a chest'ora?
Putevano sta' 'a me quase 'nu palmo
Quanno 'o Marchese se fermaje 'e botto
S'avota e tomo, tomo, calmo, calmo
Dicette a don Gennaro: "Giovanotto!"
Da Voi vorrei saper, vile carogna
Con quale ardire e come avete osato
Di farvi seppellir, per mia vergogna
Accanto a me che sono blasonato!
La casta è casta e va, si, rispettata,
Ma Voi perdeste il senso e la misura
La Vostra salma andava, si, inumata
Ma seppellita nella spazzatura
Ancora oltre sopportar non posso
La Vostra vicinanza puzzolente
Fa d'uopo, quindi, che cerchiate un fosso
Tra i vostri pari, tra la vostra gente
"Signor Marchese, nun è colpa mia
I'nun v'avesse fatto chistu tuorto
Mia moglie è stata a ffa' sta fesseria
I' che putevo fa' si ero muorto?
Si fosse vivo ve farrei cuntento
Pigliasse 'a casciulella cu 'e qquatt'osse
E proprio mo, obbj'...'nd'a stu mumento
Mme ne trasesse dinto a n'ata fossa"
"E cosa aspetti, oh turpe malcreato
Che l'ira mia raggiunga l'eccedenza?
Se io non fossi stato un titolato
Avrei già dato piglio alla violenza!"
"Famme vedé.-piglia sta violenza
'A verità, Marché, mme so' scucciato
'E te senti; e si perdo 'a pacienza
Mme scordo ca so' muorto e so mazzate!
Ma chi te cride d'essere, nu ddio?
Ccà dinto, 'o vvuo capi, ca simmo eguale?
Muorto si'tu e muorto so' pur'io;
Ognuno comme a 'na'ato é tale e quale"
"Lurido porco! Come ti permetti
Paragonarti a me ch'ebbi natali
Illustri, nobilissimi e perfetti
Da fare invidia a Principi Reali?"
"Tu qua' Natale, Pasca e Ppifania
T"o vvuo' mettere 'ncapo' int'a cervella
Ch
e staje malato ancora è fantasia?
'A morte 'o ssaje ched"e? è una livella.
'Nu rre, 'nu maggistrato, 'nu grand'ommo
Trasenno stu canciello ha fatt'o punto
C'ha perzo tutto, 'a vita e pure 'o nomme
Tu nu t'hè fatto ancora chistu cunto?
Perciò, stamme a ssenti, nun fa"o restivo
Suppuorteme vicino-che te 'mporta?
Sti ppagliacciate 'e ffanno sulo 'e vive
Nuje simmo serie, appartenimmo à morte!"


 Antonio De Curtis
 


" l'ultima strofa la ripeto da una vita ". . . . .


A cura dell’Arciconfraternita della Morte:
OTTAVARIO DEI DEFUNTI E INCONTRO DI PREGHIERA

Da Martedì 2 a Martedì 9 Novembre presso la Chiesa del Purgatorio sarà celebrato l'Ottavario dei defunti con il seguente programma:
Ore 18.30 Rosario
Ore 19 S.Messa

Inoltre domenica 6 Novembre alle ore 9.45 è in programma un incontro di preghiera presso il Cimitero della nostra città: nell’occasione, alla presenza del padre spirituale don Francesco depalo sarà celebrata la Santa Messa.
SEGUIRA' IL TRADIZIONALE CONCERTO DI MARCE FUNEBRI.





6 novembre 
San Leonardo

sapori del Natale che sta arrivando..


Per la ricorrenza si preparano "le calzauene de Sende Lènèrde" ( i calzoni di San Leonardo), fatti con pasta frolla e un ripieno di fichi, cioccolato, mandorle corteccia di mandarino tritati finemente.
Il nome di questi dolci prende origine dall'usanza di prepararli in occasione della ricorrenza della festa di San Leonardo (6 novembre), nel tempo è diventato uso comune consumarli durante le festività natalizie.


11 novembre
San Martino di Tours


San Martino da Tours, Santo famoso per aver diviso il suo mantello con un povero mendicante.

"La leggenda narra che, una sera d’inverno, il santo incontrò lungo il suo cammino un mendicante seminudo. Senza pensarci due volte tagliò in due il suo mantello militare e ne diede una metà al poveretto. In quello stesso momento il sole cominciò a splendere come se fosse estate (estate di San Martino).Quella stessa notte, San Martino sognò  Gesù Cristo, che avvolto nel suo mantello gli sorrideva riconoscente.E sentì che diceva ai suoi angeli :“Ecco qui Martino, il soldato romano che non è battezzato, egli mi ha vestito”.Al risveglio Martino si accorse che il suo mantello era tornato integro."



La tradizione vuole che sulla tavola siano presenti le rape e si preparino le frittelle, piatto tipico natalizio, infatti a San Martino si respira un pò di aria natalizia. La tradizione rammenta che le frittelle siano ripiene di tonno e capperi, oppure di cipolla o anche di ricotta e mortadella.
Il proverbio recita:
"A Sende Mèertine, ogn'è must è vine" (a San Martino, ogni mosto è vino).

















* immagini frutto di ricerca web. (eccetto la tradizione gastronomica e quella di Passione Molfettese)