La notte è fredda, ma neanche tanto, quando dal sagrato della Chiesa del Purgatorio, appaiono i confratelli dell'Arciconfraternita della Morte che sorreggono la Croce e i fanali, all'improvviso il freddo non lo si avverte quasi più, cala il silenzio tra i fedeli accorsi sempre numerosi a questo appuntamento ( cosa ci sia di diverso da far uscire anche le statue del sabato Santo alla stessa ora?).
La Quaresima è tornata tra noi, con il suo grande significato, il digiuno dai vizi, la riflessione che porta questo periodo è forte, come sono forti e prepotenti le tradizioni che a Molfetta riaffiorano, dal grande significato religioso, ma anche umano e talvolta folcloristico.
Il Vexilla, intonato dai confratelli, dal padre spirituale e dai fedeli, ci porta subito a viaggiare col pensiero a quello che a breve saranno le Settimane di Passione e Santa, lo sguardo non si toglie dalla Croce, che quasi come un magnete cattura l'attenzione e invita a seguire il percorso processionale, la Via Crucis, con il suono inconfondibile di questo periodo, la gran cassa, il tamburo, il flauto con quella melodia dolente e il suono della Tromba, quasi un grido di dolore, roba da brividi, che solo un molfettese può riconoscere.
Per le vie cittadine, il silenzio durante la notte, dietro la Croce i tanti fedeli, così appare la Città, silenziosa e devota.
Bello il particolare della Chiesa di Santa Teresa, che accoglie la Processione in questo modo
mentre la Chiesetta di Santo Stefano, aperta per l'occasione, faceva mirare ai fedeli accorsi, il primo dei cinque misteri del venerdì Santo, Cristo nell'orto.
La Processione come di consueto, prima di rientrare ha fatto tappa presso il monumento del Calvario, dopo la predica significativa del Padre spirituale "della Morte", il lento rientro verso il Purgatorio.
Dal più profondo del mio cuore, vi auguro di passare la Quaresima il più serenamente possibile.
*Foto e video a cura di Antonio Secolo.
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