mercoledì 20 gennaio 2021

Febbraio molfettese

 Da circa un anno ormai siamo nella morsa della Pandemia che sta condizionando la nostra vita con tutto ciò che ne consegue.

Tutto ciò che elenco sono le tradizioni che a Molfetta si vivevano in tempi di normalità:


Il proverbio del mese recita:
Febbario corto e amaro


2 febbraio
LA CANDELORA



La solennità celebra i quaranta giorni passati dalla nascita di Gesù, la sua presentazione al tempio e la Purificazione di Maria.
un proverbio ricorda la ricorrenza: 
"Alla Nghènelòre o chiòve o nèveche ci re vu chendà nelt è quaraènd' a dì de vìerne  ha da passà"
( Alla Candelora o piove o nevica, se li vuoi contare, altri quaranta giorni d'inverno devi passare)


9 Febbraio
San Corrado, patrono di Molfetta.




Nell'occasione si festeggia il Santo Patrono con una messa solenne, per le vie cittadine si accendono grandi falò con ceppi di legna.











nel video sottostante il falò per San Corrado








16 febbraio 
Martedì Grasso

In passato Molfetta aveva una tradizione davvero notevole riguardante il carnevale.
In effetti si festeggiava nei tre giorni precedenti la Quaresima organizzando feste per la cittadinanza con carri allegorici e gruppi in maschera che sfilavano in una vera e propria gara, oggi tutto questo è un lontano ricordo, un vero peccato.
L'ultimo giorno a tarda sera si procedeva con la "cerimonia" del funerale di "Toème" la maschera carnevalesca molfettese. U TOEME (il Toma) era raffigurato con un fantoccio disteso su un carro, solitamente trainato a mano, volendo raffigurare una bara con tanto di corteo funebre con i famigliari in lacrime, la gente gridava " E' muerte u Toème". Al termine della rappresentazione carnevalesca il fantoccio  veniva bruciato.
Era finito il carnevale e si avvicinava inesorabile la Quaresima.


                                        (immagine a cura del Blog "Voci e Colori del Sud")




17 febbraio
ore 00.00 PROCESSIONE DELLA CROCE

Nella notte tra il martedì grasso e il mercoledì delle ceneri,  precisamente a mezzanotte, ha luogo la Processione della Croce che dà origine a tutte le tradizioni molfettesi del periodo.
Sin dalle ore 23:00 si radunano i fedeli nei pressi della Chiesa del Purgatorio, sfidando le temperature invernali della notte, aspettando la mezzanotte per partecipare all'emozionante cerimonia.
Alle ventiquattro, trentatrè rintocchi del campanile della Cattedrale risuonano nell'aria gelida.
 Il flauto, il tamburo e la grancassa fino agli squilli della tromba ritmano il TiTè, conosciuto anche come  "il lamento di Maria", suono inconfondibile delle Processioni Pasquali che ha accompagnato tutti i presenti, dalla fanciullezza ai nostri giorni, nei riti della tradizione molfettese.













Il corteo procede lento e mesto, intervallando il suono del TiTè alla recita del rosario seguito dal canto del "Vexilla Regis", concludendo il suo percorso al monumento del Calvario dove dopo una breve sosta, ascoltando la predica del Padre Spirituale dell'Arciconfraternita della Morte, si ritorna al Purgatorio. La Processione si conclude, siamo entrati nella Quaresima, il tempo della riflessione, il tempo delle tradizioni secolari.







Antonio SECOLO


Antonio SECOLO

Molfettesi ora sta a voi tramandare le memorie a chi verrà.











 * foto e video a cura di Antonio Secolo.

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