Novembre a Molfetta

Il proverbio del mese

«Per i Santi, manicotto e guanti»

È il mese in cui la pietà popolare si esprime nelle antiche usanze legate al culto dei Santi e alla memoria dei defunti, ma anche nei profumi dei dolci tradizionali e nei primi sapori del Natale che si avvicina.


1° novembre: Solennità di Ognissanti

In tempi antichi, nelle ore del tardo pomeriggio, era consueto incontrare per le vie cittadine un confratello dal sacco nero, accompagnato da un ragazzo che scuoteva un piccolo campanello.
Si trattava di una consuetudine popolare: i confratelli raccoglievano offerte per le anime dei defunti, a suffragio di coloro che non avevano più nessuno che pregasse per loro.
Un gesto di carità e di fede.



2 novembre: Commemorazione dei Defunti

Giornata mesta e silenziosa, dedicata al ricordo di chi non c’è più.
Sin dalle prime ore del mattino, il cimitero si riempie di persone che ornano le tombe dei propri cari con fiori freschi e lumini accesi.


A Molfetta è consuetudine organizzare, in questa data, un concerto di marce funebri nei pressi della Chiesa del Purgatorio o in piazza Mazzini, in un’atmosfera di profonda partecipazione emotiva.

Quest'anno a cura dell’Associazione “Passione e Tradizione” il 2 novembre si terrà il consueto concerto di marce funebri, presso la Villa Comunale.


E come non ricordare le parole di Totò, ne “‘A Livella”, che da sempre ci ricorda la verità più semplice:

“La morte, ‘o ssaje ched’è? È ‘na livella.
‘Nu rre, ‘nu maggistrato, ‘nu grand’ommo...
Trasenno stu cancello ha fatt’o punto:
c’ha perzo tutto, ‘a vita e pure ‘o nomme.
Sti ppagliacciate ‘e ffanno sulo ‘e vive,
nuje simmo serie: appartenimmo ‘a morte.”

Parole eterne che insegnano come, davanti alla morte, siamo tutti uguali.



6 novembre: San Leonardo

Con la festa di San Leonardo, nell’aria si cominciano a percepire i profumi del Natale.
Per l’occasione si preparano i tradizionali “calzauene de Sende Lènèrde” i calzoni di San Leonardo, dolcetti di pasta frolla ripieni di fichi secchi, cioccolato, mandorle, scorza di mandarino e spezie.

Questa specialità, un tempo legata esclusivamente alla ricorrenza del 6 novembre, col tempo è divenuta protagonista anche delle tavole natalizie. 




11 novembre: San Martino di Tours


Il proverbio popolare recita:

“A Sende Mèertine, ogn'è must è vine.”
(A San Martino, ogni mosto diventa vino.)

Segno che la stagione del raccolto e della fermentazione è ormai compiuta, e che ci si prepara al calore dell’inverno tra profumi e convivialità.



San Martino è ricordato per il suo gesto di carità:

"La leggenda narra che, una sera d’inverno, il santo incontrò lungo il suo cammino un mendicante seminudo e infreddolito. Senza pensarci due volte tagliò in due il suo mantello militare e ne diede una metà al poveretto. In quello stesso momento il sole cominciò a splendere come se fosse estate (estate di San Martino). Quella stessa notte, San Martino sognò Gesù Cristo, che avvolto nel suo mantello gli sorrideva riconoscente. E sentì che diceva ai suoi angeli :“Ecco qui Martino, il soldato romano che non è battezzato, egli mi ha vestito”. Al risveglio Martino si accorse che il suo mantello era tornato integro."

In questa ricorrenza, la tradizione vuole che sulle tavole non manchino le rape e soprattutto le frittelle, simbolo del primo gusto di festa natalizia. Le varianti più note sono ripiene di tonno e capperi, cipolla, oppure ricotta e mortadella.













piccolo riassunto mensile: 


* immagini frutto di ricerca web. (eccetto la tradizione gastronomica)
a cura di Antonio Secolo. 

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